CECORO: "PROROGA AL 2027 E' UNA BEFFA PER I BALNEARI
Il presidente di Assodemaniali: "Respingiamo il decreto del governo da ogni punto di vista"«Assodemaniali dichiara il suo assoluto dissenso per una proposta di legge incomprensibile, che ingarbuglia ulteriormente la situazione delle concessioni demaniali marittime e non favorisce lo sviluppo del turismo balneare, di cui le attuali imprese costituiscono l’ossatura». Lo dichiara Antonio Cecoro, presidente nazionale di Assodemaniali-Fenailp, in riferimento al decreto Infrazioni che contiene una norma sulle gare delle concessioni balneari. «La prima e più grave beffa è la proroga delle concessioni fino al 2027», prosegue Cecoro. «Approvare l’ennesimo rinvio, dopo che decine di sentenze ne hanno stabilito l’illegittimità, significa essere irresponsabili nei confronti di un intero settore economico. Noi balneari non vogliamo nessuna proroga, né ce la aspettavamo». Il presidente di Assodemaniali è critico anche sui criteri delle gare: «La legge 118/2022 approvata dal governo Draghi prevedeva di disciplinare le evidenze pubbliche secondo dei criteri che sono stati completamente disattesi. La proposta del governo Meloni non ha nulla a che fare con quei principi, a partire dal calcolo dell’indennizzo, che viene rinviato a un successivo decreto attuativo da emanare entro il 31 marzo 2025. Perciò i Comuni sono oggi impossibilitati a completare i bandi, a causa della mancanza di questo aspetto fondamentale». In generale, aggiunge Cecoro, «il governo vuole trasferire ai Comuni un eccesso di responsabilità. L’Italia è tra i paesi con il più elevato livello di corruzione, e se si lasciano margini troppo ampi ai Comuni, senza adeguati paletti nazionali, si rischia che le procedure selettive diventino occasione per infiltrazioni criminali sulle spiagge». Cosa ancora più grave, sottolinea il numero uno di Assodemaniali, «il governo non ha inserito il riconoscimento del valore aziendale, seppure sia stato previsto dalla legge 118/2022. La spiaggia è un bene pubblico su cui lo Stato può decidere liberamente, e su questo non ci piove; ma tutto ciò che vi sorge sopra è una proprietà privata del concessionario, sorta nel rispetto della legge, e ha un valore che va riconosciuto in caso di esproprio. Al contrario, la norma del governo Meloni ha voluto rinvigorire l’articolo 49 del Codice della navigazione, rimarcando la possibilità, per gli enti locali, di far demolire le nostre strutture. È l’esatto contrario di ciò che si intende per sviluppo. Abbiamo creato un patrimonio unico al mondo, migliorando il turismo e le qualità paesaggistiche del territorio, e dovremmo demolirlo?». Conclude Cecoro: «Il decreto licenziato dal consiglio dei ministri è talmente irreale, che può averlo scritto solo qualcuno che non conosce le coste italiane. Altrimenti, significa che si vuole deliberatamente distruggere il nostro settore. Questo decreto non dà valore al lavoro e alle imprese balneari, regolamentando le gare senza buonsenso. Siamo sbigottiti e non possiamo che respingere il testo da ogni punto di vista».