Il legale che prova l’attività svolta va compensato anche se l’incarico non è scritto

L’avvocato che riesce a fornire elementi per collocare nel tempo l’attività svolta, nonostante non abbia ricevuto ancora un incarico scrittopercepisce comunque il compenso.

È quanto statuito dalla Corte di Cassazione nell’Ordinanza n. 23671/2021, con la quale ha accolto il ricorso di un legale nei confronti dell’ente locale che si rifiutava di compensargli parte dell'attività svolta poiché mancava l’incarico scritto. Gli ermellini hanno infatti ritenuto sufficientemente provati gli elementi necessari relativi alla collocazione temporale dell’ulteriore lavoro svolto e alla loro specifica individuazione.

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