Si può assumere il coniuge per farlo arrivare alla pensione solo in alcuni casi

Chi perde il lavoro quando si trova in una determinata fascia di età ha difficoltà a trovare un’altra occupazione. Per i contributi che mancano pochi sanno che in alcuni casi si può assumere il coniuge per farlo arrivare alla pensione

L’idea più immediata sarebbe quella di assumere la propria moglie come colf o come badante. In fondo se il marito pagasse un vero e proprio stipendio alla moglie quel denaro rimarrebbe in famiglia invece di andare ad una estranea. Contemporaneamente la moglie si vedrebbe versare i contributi per la pensione dal marito. In questo modo la moglie alla fine potrebbe a buon diritto godere della pensione di anzianità perché i contributi versati sarebbero reali ed effettivi.

ASSUMERE IL CONIUGE NON È SEMPRE POSSIBILE

L’idea sarebbe accattivante, ma non può essere una regola generale. Infatti per legge il lavoro prestato in ambito domestico è considerato attività a titolo gratuito.

POCHI SANNO CHE IN ALCUNI CASI SI PUÒ ASSUMERE IL CONIUGE PER FARLO ARRIVARE ALLA PENSIONE

I casi in cui si può stipulare un formale contratto di lavoro con la moglie sono pochi. Come detto, di solito fare le faccende di casa, cucinare ed anche occuparsi di un familiare seriamente malato sono attività considerate gratuite. Secondo la legge sono attività che ognuno svolge per lo spirito di collaborazione ed aiuto reciproco che caratterizza il vincolo familiare.

LE ECCEZIONI ALLA REGOLA

Se però il soggetto che deve figurare come datore di lavoro si trova in alcune situazioni particolari, la Legge ammette che possa essere assunto formalmente dal coniuge.

Per esempio se colui che assume la badante è invalido di guerra ed ha l’indennità di accompagnamento. Oppure se è invalido civile o mutilato e riceve indennità di accompagnamento. Previsto anche il caso del cieco civile con accompagnamento. Infine il coniuge può essere anche grande invalido per causa di lavoro, con indennità di accompagnamento.

In questi casi il marito invalido può assumere formalmente la moglie come aiuto domestico o badante con un vero contratto di lavoro subordinato. La legge ammette questa eccezione perché la condizione del marito fa sì che la moglie debba svolgere attività ulteriori e diverse rispetto a quelle che rientrano nella normale collaborazione familiare.

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