INPS: Quota 100 incompatibile con il cumulo dei redditi da lavoro

Alcune misure previdenziali, in ragione della loro struttura, prevedono delle regole precise affinché il contribuente possa aderirvi. A volte non si tratta esclusivamente di requisiti di tipo anagrafico o contributivo, ma di limiti che interessano l’accumulo di redditi. Una soluzione pensionistica ampiamente utilizzata dai lavoratori prevede delle regole che è bene conoscere per non rischiare lo stop all’erogazione e il ritiro delle quote. L’INPS blocca immediatamente i pagamenti delle pensioni per un anno se registra queste anomalie che è utile conoscere.

QUALI OPPORTUNITÀ E RISCHI PER CHI VA IN PENSIONE?

Molto spesso i lavoratori vicini al collocamento in quiescenza cercano delle soluzioni previdenziali che offrano la possibilità di andare in pensione con anticipo. Le ragioni possono essere assai differenti. C’è chi svolge un lavoro che non ritiene gratificante, chi invece vorrebbe concedersi dei ritmi di vita più lenti. Ci sono anche persone che vorrebbero svolgere un’altra attività, magari mettendosi in proprio o entrando in una nuova dimensione. In simili circostanze viene proprio da domandarsi: “Posso continuare a lavorare dopo la pensione?”. In questo caso, è bene porre particolare attenzione al cumulo dei redditi da lavoro dopo la pensione. La ragione risiede nel fatto che alcuni trattamenti previdenziali impongono delle regole molto rigide che talvolta determinano la perdita del diritto all’assegno.

L’INPS BLOCCA IMMEDIATAMENTE I PAGAMENTI DELLE PENSIONI PER UN ANNO SE REGISTRA QUESTE ANOMALIE

Una delle misure parzialmente incompatibili con il cumulo dei redditi da lavoro è la pensione con Quota 100. Come sappiamo, i lavoratori che accedono a questa misura possono collocarsi in quiescenza già dal compimento del 62° anno di età cn un minimo di 38 anni di contributi. Tuttavia, è bene sapere che Quota 100 non è cumulabile con i redditi da lavoro dipendente come prevede l’art. 14, comma 3 del D.L. 4/2019.

L’unica eccezione che si consente riguarda il limite di 5.000 euro lordi annui provenienti da lavoro occasionale. Come prevede la Legge, tale obbligo scatta dal primo giorno di decorrenza della pensione e fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia. Secondo quanto stabilisce la circolare INPS n. 11/2019, laddove intervengano redditi non cumulabili, il trattamento subisce una sospensione per un intero anno. Questo significa che il pensionato non riceve più l’assegno mensile per tale arco temporale. Inoltre, l’INPS procede anche al recupero delle eventuali somme indebitamente corrisposte. Questo è un dato che è bene conoscere quando si aderisce a Quota 100 che resterà in vigore fino alla fine dell’anno 2021.

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