Ammonimento OCSE sul Fisco Italiano le tasse sul lavoro in Italia sono troppo alte

Un’agenda economica di impegni sospesi in estate rischia oggi di trasformare l’agenda politica del Governo in un terreno di acceso scontro politico. Si aggiunge anche un altro tema: le tasse sul lavoro in Italia sono troppo alte e arriva l’ammonimento OCSE sul Fisco italiano Dossier delicati, sui quali è difficile trovare la quadra e che potrebbero compromettere la stabilità dell’Esecutivo: tra questi il Fisco, le liberalizzazioni, gli ammortizzatori sociali e altre riforme da completare entro settembre o entro fine anno.

Obiettivo non perdere i finanziamenti europei e risolvere questioni spinose, come tasse e ammortizzatori, già da tempo all’ordine del giorno. Lo strumento utile per le prime riforme potrebbe essere la nota di aggiornamento al DEF da presentare alle Camere entro fine mese. Insieme ai dati della Legge di Bilancio 2022 e alle previsioni economiche e di finanza pubblica basate sull’andamento del quadro economico. La scarsità delle risorse a disposizione lascia tuttavia presagire uno slittamento di alcuni provvedimenti nel tempo.

LE TASSE SUL LAVORO IN ITALIA SONO TROPPO ALTE E ARRIVA L’AMMONIMENTO OCSE SUL FISCO ITALIANO

Le tasse sul lavoro in Italia sono troppo alte, riporta l’Economic Survey OCSE; serve una semplificazione della tassazione e una riduzione strutturale del cuneo fiscale, misure già previste nella bozza approvata dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato. Oltre alla riduzione dell’IRPEF per i contribuenti della fascia media, con redditi tra 28.000 e 55.000 euro, si parla di superamento dell’IRAP e di riforma dell’IVA e di numerose piccole tasse che complicano l’attuale sistema fiscale italiano.

Il nodo cruciale sembra essere la creazione di un impianto IRPEF più progressivo e giusto per milioni di contribuenti. Quindi, la lotta all’evasione fiscale che continua a registrare limiti record nel Paese. I dati del 2019 ci dicono che esiste un tax gap del 5,9% del PIL, attribuibile per circa 33 miliardi, all’evasione IVA. Lo si può ridurre, secondo l’OCSE, aumentando la compliance fiscale e la digitalizzazione, con un maggior utilizzo di pagamenti tracciabili.

IL NODO DELLE RISORSE

Sul fronte ammortizzatori, sembra ormai accettata la proposta del Ministro Orlando di un ammortizzatore unico e universale. Che copra anche autonomi e precari e vada in soccorso, con rapidità, ai tanti lavoratori delle imprese attualmente non coperte da strumenti ordinari e che non dispongono di fondi di solidarietà bilaterali.

I problemi che ritardano le riforme sono però essenzialmente di natura finanziaria. Infatti, sono dieci i miliardi complessivi necessari, che sembrano però non disponibili nelle casse del Tesoro. Dovranno essere reperiti da altri capitoli di spesa, per evitare nuove riforme in deficit che comprometterebbero i già difficili equilibri di bilancio e rischierebbero di gravare sulle tasche degli italiani.

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