A gennaio cambia tutto per i pagamenti cash

Dal primo gennaio 2022 entrerà in vigore una normativa approvata dal governo Conte-Bis nel 2020. Si tratta del decreto fiscale che ha interessato, tra le altre cose, anche i pagamenti in contanti.

La necessità di contrastare l’evasione fiscale è diventata centrale per i governi italiani degli ultimi anni e, anche se ormai al comando c’è Draghi, la decisione presa da Conte nel luglio dello scorso anno ha effetti anche oggi.

Bisogna cerchiare sul calendario la data, perché a gennaio cambia tutto per i pagamenti cash e non si potrà più fare come sempre. L’articolo di oggi spiegherà tutte le differenze e le nuove cose a cui stare attenti.

IL NUOVO TETTO MASSIMO PER IL CASH

Anzitutto la risposta alla domanda: cosa cambierà principalmente? La norma prevede come primo effetto, più importante, la riduzione della soglia massima per i pagamenti in contante. Si passa dagli attuali 2mila euro a soli mille. È un ritorno al 2011, quando il decreto “Salva Italia” firmato dall’allora presidente Mario Monti, introdusse lo stesso tetto. Il contesto, però, è cambiato.

Oggi, infatti, i pagamenti digitali sono all’ordine del giorno e il Politecnico di Milano ha previsto che entro il 2021 potrebbero raggiungere il 37% del totale del volume di acquisti in Italia. Il salto è notevole, se si considera che nel 2019 i pagamenti digitali erano solo al 29%.

A GENNAIO CAMBIA TUTTO PER I PAGAMENTI CASH E NON SI POTRÀ PIÙ FARE COME SEMPRE

Lo scopo alla base di questa misura resta la lotta all’evasione fiscale. Ci sono diversi studi in merito che ne parlano, tra cui uno realizzato dalla Banca d’Italia, incentrato in modo particolare sul periodo 2015-2017, che analizza l’aumento del tetto contanti da mille a tremila euro.

La misura fu introdotta dal governo Renzi, allo scopo di favorire la ripresa economica. Ma in generale gli studi, anche a livello europeo, concordano sul fatto che la soglia del contante da sola non basti per prevenire l’evasione fiscale.

Ecco perché tra le misure introdotte ci sono anche diverse agevolazioni, sia in fase di attuazione che in fase di modifica. Uno che, invece, viene abolito è il cashback, che la manovra di bilancio 2022 di Draghi non ha reinserito. C’è stato un aumento dei pagamenti alternativi al contante, ma a livello economico questo è costato circa 3 miliardi di euro l’anno.

Su queste cifre potrebbero scontrarsi i numerosi emendamenti presentati nel tentativo di reintrodurre la misura. Subirà delle modifiche, invece, la fantomatica lotteria degli scontrini, con l’introduzione di premi istantanei e altre novità.

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